I santi mercanti di fiocchi sono per tradizione i vescovi Ilario e Mauro e gli abati Antonio e Bassano. Se ne trovano la comprano e la portano via,se invece non ce n'é la fanno arrivare.
La seconda decade di gennaio, secondo la sapienza popolare , segna un'inversione delle condizioni meteorologiche: se fino a quel momento l'inverno é stato mite, si avrà un netto peggioramento; se invece fino allora é stato particolarmente rigido, il clima si addolcirà e comincerà a correre velocemente verso la primavera, perciò quest'anno vista la neve caduta, ci lascia ben sperare...
Ecco allora la tradizione dei santi "mercanti di neve".
Questi santi sono quattro :
Sant'Ilario (13 gennaio) di nascita era francese di Poitiers, venuto al mondo fra il 310 e il 320. Teologo e storiografo, si distinse soprattutto nel combattere l'eresia ariana. A Cremona gli é dedicata una chiesa parrocchiale, della quale é contitolato Sant'Apollinare, in ricordo di un tempio che sorgeva a poche centinaia di metri. Di lui si dice che "el pòorta l'argenteria de san Basiàan"
(porta l'argenteria di S. Bassiano) dove per argenteria si intendono i cristalli di neve e di ghiaccio.
Due giorni dopo, il 15 gennaio ecco S. Mauro, benedettino, compì un miracolo che in qualche modo lo accosta a Gesù: infatti secondo la tradizione, salvò un fanciullo di nome Placido, che stava annegando, camminando sull'acqua; ma volle che questo miracolo fosse attribuito a S. Benedetto. Morì di peste.C'era un tempo l'usanza di distribuire nella giornata di S. Mauro dei piccoli pani, che venivano conservati e mangiati a piccoli bocconi quando si era ammalati. Il proverbio collegato é "I michin di San Mauriin i fa stàa benin: insomma, se proprio non fanno guarire del tutto, recano comunque giovamento a chi li usa.
Ancora oggi, in qualche paese , soprattutto tra il cremonese ed il milanese , si conserva questa usanza dove i "michiin" (la michetta di pane") vengono distribuiti ai fedeli nelle chiese, durante la messa.
Oggi é Sant'Antonio Abate. E' proprio una grande festa nella piazza di alcuni paesi a cominciare dalla benedizione degli animali e dei trattori; dalla distribuzione di ciccioli, di caldarroste e di dolci.
Il clou della festa però consiste nell' accensione di un grande falò, attorno al quale si fa un grande girotondo propiziatorio per esorcizzare la paura e sconfiggere ogni malanno.(Credo proprio che il grande Fellini, si sia ispirato proprio a questo rito, quando ha girato la scena del suo film Amarcord).
Sant'Antonio Abate, tradizionalmente segna l'inizio del Carnevale "Per sàant Antòni abàt sàalta fòora toti i màt" (per S.Antonio saltano fuori tutti i matti).
A chiudere la sfilata dei mercanti di neve ecco, il 19 gennaio S. Bassiano o Bassano particolarmente venerato a Lodi, ma ben presente anche nel cremonese. Questo santo visse più o meno nella stessa epoca di S. Ilario e anch'esso si distinse per la lotta alle eresie. In questa impresa fu molto vicino al grande vescovo di Milano, Ambrogio.
A proposito lo sapete che Ambrogio era romano di nascita (con buona pace dei meneghini?).
Per completare il quadro, vi dirò che il cambiamento di tempo più o meno alla metà di gennaio é confermato da due proverbi, esattamente uguali e contrati, che riguardano i santi Fabiano e Sebastiano che vengono ricordati il 20 Gennaio.
Il primo dice: San Fabiàan e Sebastiàan i riiva cun la nèef in màan; (S. Fabiano e S. Sebastiano arrivano con la neve in mano) Il secondo recita: San Fabiàan e Setastiàan i riiva cun la viòola in màan (S. Fabiano e S. Sebastiano arrivano con la viola in mano).
Oggi queste "previsioni" possono far sorridere, ma vi assicuro che non sbagliavano, come ci confermano alcuni nostri vecchi, le cui testimonianze vengono raccolte in alcuni testi per non cancellare del tutto le nostre radici.
Ecco allora la tradizione dei santi "mercanti di neve".
Questi santi sono quattro :
Sant'Ilario (13 gennaio) di nascita era francese di Poitiers, venuto al mondo fra il 310 e il 320. Teologo e storiografo, si distinse soprattutto nel combattere l'eresia ariana. A Cremona gli é dedicata una chiesa parrocchiale, della quale é contitolato Sant'Apollinare, in ricordo di un tempio che sorgeva a poche centinaia di metri. Di lui si dice che "el pòorta l'argenteria de san Basiàan"
(porta l'argenteria di S. Bassiano) dove per argenteria si intendono i cristalli di neve e di ghiaccio.
Due giorni dopo, il 15 gennaio ecco S. Mauro, benedettino, compì un miracolo che in qualche modo lo accosta a Gesù: infatti secondo la tradizione, salvò un fanciullo di nome Placido, che stava annegando, camminando sull'acqua; ma volle che questo miracolo fosse attribuito a S. Benedetto. Morì di peste.C'era un tempo l'usanza di distribuire nella giornata di S. Mauro dei piccoli pani, che venivano conservati e mangiati a piccoli bocconi quando si era ammalati. Il proverbio collegato é "I michin di San Mauriin i fa stàa benin: insomma, se proprio non fanno guarire del tutto, recano comunque giovamento a chi li usa.
Ancora oggi, in qualche paese , soprattutto tra il cremonese ed il milanese , si conserva questa usanza dove i "michiin" (la michetta di pane") vengono distribuiti ai fedeli nelle chiese, durante la messa.
Oggi é Sant'Antonio Abate. E' proprio una grande festa nella piazza di alcuni paesi a cominciare dalla benedizione degli animali e dei trattori; dalla distribuzione di ciccioli, di caldarroste e di dolci.
Il clou della festa però consiste nell' accensione di un grande falò, attorno al quale si fa un grande girotondo propiziatorio per esorcizzare la paura e sconfiggere ogni malanno.(Credo proprio che il grande Fellini, si sia ispirato proprio a questo rito, quando ha girato la scena del suo film Amarcord).
Sant'Antonio Abate, tradizionalmente segna l'inizio del Carnevale "Per sàant Antòni abàt sàalta fòora toti i màt" (per S.Antonio saltano fuori tutti i matti).
A chiudere la sfilata dei mercanti di neve ecco, il 19 gennaio S. Bassiano o Bassano particolarmente venerato a Lodi, ma ben presente anche nel cremonese. Questo santo visse più o meno nella stessa epoca di S. Ilario e anch'esso si distinse per la lotta alle eresie. In questa impresa fu molto vicino al grande vescovo di Milano, Ambrogio.
A proposito lo sapete che Ambrogio era romano di nascita (con buona pace dei meneghini?).
Per completare il quadro, vi dirò che il cambiamento di tempo più o meno alla metà di gennaio é confermato da due proverbi, esattamente uguali e contrati, che riguardano i santi Fabiano e Sebastiano che vengono ricordati il 20 Gennaio.
Il primo dice: San Fabiàan e Sebastiàan i riiva cun la nèef in màan; (S. Fabiano e S. Sebastiano arrivano con la neve in mano) Il secondo recita: San Fabiàan e Setastiàan i riiva cun la viòola in màan (S. Fabiano e S. Sebastiano arrivano con la viola in mano).
Oggi queste "previsioni" possono far sorridere, ma vi assicuro che non sbagliavano, come ci confermano alcuni nostri vecchi, le cui testimonianze vengono raccolte in alcuni testi per non cancellare del tutto le nostre radici.
6 commenti:
sant'antonio dalla barba bianca se non ce l'ha la mette(intesa come neve)
Ma che bel post allora... da me che c'è stato un clima mite, attiverà la neve? Che bellooooooooooo speriamo. Baci Clementina
carissima concordo nel dire che nei vecchi detti c'è più saggezza di quanta ne abbiamo noi con le nostre tecnologie ; è comunque vero -san bastian co'a vioea in man -;Speriamo nella primavera.un caro saluto
@Antonietta: verissimo
@Clementina: credo proprio che da te arriverà la neve, da noi invece arriveranno presto le viole, dopo tutta la neve che é venuta..
@Caty:concordo con te, S. Sebastiano dovrebbe avere in mano le viole.
Baci baci e grazie della visita
Buona settimana! ma lo sai che io non sapevo che fossere 4 i mercanti della neve? a Bergamo ricordano solo San Mauro e San Antonio grazie per questo rispolvero popolare,amo i detti popolari...ciao Luisa
@Luisa: e sì sono proprio quattro, da noi infatti si ricordano tutti .
Buona settimana anche a te cara.
bacioni
Posta un commento